Q&A con il Global Security Technology Lead di IBM
Il settore della sicurezza fisica sta cambiando. In questa sessione di domande e risposte, Steve Riley discute alcuni risultati chiave di un recente sondaggio di settore. Non solo, parla anche dei prossimi progetti di IBM e di dove l'azienda focalizzer¨¤ gli investimenti di sicurezza nel 2023.
Abbiamo intervistato Steve Riley, Global Security Technology Lead presso IBM Corporate Security, per scoprire come IBM sta affrontando alcune delle sfide pi¨´ diffuse che abbiamo scoperto nel rapporto Stato della sicurezza fisica, oltre ai punti su cui l'azienda si focalizzer¨¤ nel 2023.
Da oltre 27 anni Steve lavora in questo settore all'interno di diverse organizzazioni e ricoprendo vari ruoli. E oggi, con l'avvento di nuove opportunit¨¤ e sfide, fa affidamento sull'esperienza per adattarsi e guidare il suo team nel futuro.

D: Quali sono i cambiamenti pi¨´ importanti che ha osservato nel settore?
R: ? palese che molti sono ancora restii a passare al cloud. Qualcuno ha fatto un passo avanti e ha sperimentato una migrazione parziale, ma una transizione completa viene ancora percepita come una sfida e un rischio. In IBM stiamo affrontando le stesse sfide e gli stessi rischi, ma vogliamo comunque muoverci verso il cloud.
Anche la cybersecurity ¨¨ un requisito fondamentale. La priorit¨¤ per tutti ¨¨ massimizzare il valore delle funzionalit¨¤ di cybersecurity all'interno dei prodotti di sicurezza fisica e dei dispositivi IoT, oltre ad aderire alle migliori pratiche di cybersecurity per proteggere la comunicazione tra questi sistemi e dispositivi.
Poi, ci sono le sfide legate alla carenza di prodotti negli ultimi due anni. In questo momento, l'attenzione ¨¨ sul recuperare i progetti potenzialmente ritardati o che dovevano essere consegnati. Per farlo, sono necessarie pi¨´ lungimiranza e una migliore pianificazione, oltre a una roadmap per la ripresa.
D: Quali differenze ha notato nel suo lavoro dopo l'integrazione di ruoli specializzati?

Steve Riley, Global Security Technology Lead di IBM
R: Di recente abbiamo integrato competenze informatiche pi¨´ specializzate nel nostro dipartimento di sicurezza fisica. ? stato un passo fondamentale per muoverci verso un ambiente cloud ibrido pi¨´ globale.
Le competenze chiave che abbiamo introdotto sono quelle sul cloud. Anche i nostri team IT interni sono stati integrati nei nostri team tecnologici o nei team tecnologici di sicurezza fisica. Hanno svolto un ruolo fondamentale per la nostra architettura globale di distribuzione delle soluzioni, realizzando reti resilienti e permettendoci di sfruttare tutte le caratteristiche all'avanguardia della tecnologia, dei sistemi operativi, delle applicazioni e dell'hardware.
Queste competenze sono sempre pi¨´ richieste da IBM. Abbiamo iniziato a lavorare con alcuni esperti nel settore della videosorveglianza e del controllo accessi, ma ora stiamo coinvolgendo anche specialisti del cloud e dei dati. Con il nostro upgrade globale, vogliamo anche migliorare il modo in cui gestiamo il nostro portafoglio di prodotti, quindi stiamo cercando pi¨´ risorse per supervisionare la gestione degli asset e gli aggiornamenti futuri.
D: IBM ¨¨ un'azienda cloud-first. Qual ¨¨ il motore principale di questa strategia?
R: Passare al cloud significa non dover pi¨´ inviare tecnici in loco per la manutenzione dei sistemi e dell'hardware on-premise. Possiamo ridurre significativamente la manutenzione e migliorare l'efficienza, oltre ad accedere a molti ottimi strumenti analitici, alcuni alimentati dal deep learning e dall'intelligenza artificiale. Questi strumenti possono non solo semplificare le nostre operation di sicurezza, ma anche fornire preziose informazioni di business. Grazie a queste risorse, possiamo spostare il nostro attuale modello operativo da dei centri di costo a delle funzioni in grado di produrre ricavi, rafforzando cos¨¬ l'aspirazione ad utilizzare il cloud all'interno dell'azienda.
Tuttavia, penso che esister¨¤ sempre un elemento ibrido, perch¨¦, al momento, non siamo allineati con una soluzione completamente cloud-based. Ecco perch¨¦ il nostro obiettivo finale ¨¨ diventare cloud ready.
In questo momento stiamo gestendo la transizione da una soluzione on-premise a una soluzione cloud ibrida in tutte le nostre sedi. Abbiamo un mix di sedi di piccole, medie e grandi dimensioni, ognuna con requisiti di rete diversi e sfide uniche. La complessit¨¤ del nostro passaggio al modello cloud ibrido ¨¨ legata sia al numero di sedi che abbiamo, sia al numero di sistemi in ciascuna sede.
Utilizziamo anche alcuni sistemi analogici che richiedono un dispositivo fisico on-premise per la conversione IP. In futuro, vorremmo sostituire queste attrezzature con nuovi dispositivi IoT, eliminando cos¨¬ la necessit¨¤ di soluzioni on-premise, ma operiamo con budget annuali che hanno un impatto sulla velocit¨¤ con cui possiamo passare alle soluzioni cloud.
Ci saranno sempre delle difficolt¨¤ nello spostare un'implementazione in un ambiente cloud-based, ma, lavorando con Áú»¢¶·ÔÚÏß?, sappiamo che la tecnologia sta cambiando e che con l'evoluzione sar¨¤ pi¨´ facile passare al cloud.
D: Cosa direbbe alle regioni che sono pi¨´ conservatrici nell'adozione del cloud?
A: Credo sia importante considerare i rischi e l'evoluzione del settore. Ad esempio, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa sono probabilmente le regioni pi¨´ mature al mondo in termini di diffusione della sorveglianza, ma anche in termini di integrazione di vari sistemi di sorveglianza eterogenei. Quindi, basandomi su questa considerazione, posso capire l'esitazione a passare a un ambiente cloud.
Nonostante questo, credo che ogni anno un numero maggiore di aziende accelerer¨¤ verso il cloud e si impegner¨¤ a risolvere i rischi percepiti associati a questo passaggio. Per farlo, dovrebbero lavorare sulla logica dell'architettura per la migrazione al cloud e vedere come si potrebbe applicare a un'operazione di sorveglianza funzionale per la loro azienda. Il motivo ¨¨ che le soluzioni completamente cloud e cloud ibride sono molto diverse, e la virtualizzazione ha alcuni punti di forza che permettono di avere un maggiore controllo anche su questo spazio.
Spero che lavorare con i team di architetti e capire come il design dell'architettura crea resilienza all'interno dell'ambiente potr¨¤ alleviare le loro preoccupazioni. Gli ambienti cloud sono intrinsecamente resilienti, e la conoscenza di come si costruiscono questi ambienti, unita al design architettonico, si traduce in una proposta solida.
D: In che modo il suo team in IBM ha mitigato i problemi della supply chain?
R: Siamo riusciti a gestire i rischi legati alla supply chain lavorando regolarmente con i nostri team di approvvigionamento interni. Abbiamo anche un contatto diretto con il nostro OEM (Original Equipment Manufacturer) e ci confrontiamo con loro mensilmente per essere sempre al corrente di eventuali ritardi del prodotto. Stiamo facendo del nostro meglio per pianificare i progetti con largo anticipo, in modo che i nostri OEM e distributori abbiano una migliore visibilit¨¤ delle nostre esigenze.
Stiamo anche rivedendo il nostro portafoglio di prodotti e lavorando a stretto contatto con i nostri system integrator per utilizzare solo i prodotti chiave che soddisfano tutti i nostri requisiti. In alcuni casi, ci siamo anche assicurati di procurare questi prodotti il prima possibile, persino prima di qualsiasi attivit¨¤ di installazione.
Tuttavia, siamo anche consapevoli della presenza di pi¨´ ampi problemi di distribuzione in regioni specifiche come l'America Latina. Quindi, sappiamo quanto sia importante lavorare con i nostri distributori, OEM e system integrator nelle varie regioni e offrire una trasparenza totale su come sar¨¤ il nostro portafoglio di progetti nei prossimi anni, in modo che sappiano cosa stiamo cercando di ottenere.
D: I budget OPEX sembrano in aumento. Dove concentrerete gli investimenti per il 2023?
R: La nostra direzione strategica nel 2023 sar¨¤ la creazione di un ambiente cloud Áú»¢¶·ÔÚÏß. Concentreremo l'attenzione in particolare sulla regione Asia-Pacifico (APAC), dal Q1 al Q4. Poi passeremo alle Americhe, a partire dal Q3 e fino al Q4.
In questo periodo non effettueremo necessariamente la transizione di ogni sito dagli ambienti on-premise a quelli cloud. Il nostro obiettivo ¨¨ gettare le basi, costruire l'ambiente e poi renderlo disponibile per i nostri team operativi.
Soddisfacendo questi requisiti chiave l'anno prossimo, avremo tutte le carte in regola per avviare progetti pilota, testare e distribuire queste architetture. Poi, tra la fine del 2023 e il 2024-2025, saremo in grado di spostare i nostri sistemi on-premise in questo ambiente cloud.
Un'altra area chiave che vorremmo esplorare ¨¨ l'automazione del controllo degli accessi (AoA). Vorremmo offrire ai nostri utenti strumenti che aiutino ad automatizzare la concessione dei privilegi di controllo accessi per ridurre al minimo l'intervento umano e semplificare l'attivit¨¤ end-to-end di accesso ai nostri sistemi.
D: In che modo il suo team di IBM riesce a restare al passo con la crescente minaccia degli attacchi informatici?
R: La cybersecurity ¨¨ vitale per tutti, non solo per IBM. Dal momento che IBM ¨¨ un'azienda cos¨¬ grande, con un'impronta globale, siamo particolarmente suscettibili agli attacchi e dobbiamo affrontare notevoli rischi.
Per questo motivo, rivediamo costantemente il nostro ambiente di lavoro e facciamo tutte le dovute valutazioni per comprendere ogni potenziale rischio associato ai prodotti che implementiamo nella nostra rete. Gestiamo tutto ci¨° assicurandoci di adottare prodotti che rispettino tipologie e standard approvati, lavorando a stretto contatto con i team di implementazione di rete di IBM e applicando controlli rigorosi alla rete stessa.
Molte delle nostre sedi sono anche indipendenti l'una dall'altra, ma abbiamo policy e processi robusti che definiscono il movimento dei dati nelle nostre reti.
Stiamo anche investendo molto nell'hardening della tecnologia e nella comprensione delle best practice da applicare, in base alle raccomandazioni di Áú»¢¶·ÔÚÏß e di altri partner leader di settore, per mitigare ogni potenziale rischio di attacco informatico. Inoltre, verifichiamo continuamente i dispositivi ed effetuiamo regolarente scansioni e test di vulnerabilit¨¤ su tutti i nostri prodotti, in modo da identificare e correggere qualsiasi eventuale problema.
Infine, ci assicuriamo che i nostri installatori di sicurezza siano perfettamente informati sui nostri standard di protezione dei dati, in modo che tutte le aspettative siano chiare.
D: Prevede altre tendenze interessanti in arrivo nel settore della sicurezza fisica?
R: L'unificazione ci aiuta a gestire efficacemente tutti i nostri sistemi in un'unica interfaccia. Abbiamo avviato un progetto pilota negli Stati Uniti, e potenzialmente in Svizzera, in cui unificheremo i nostri sistemi video esistenti con il sistema di controllo accessi Synergis?.
Penso che, pi¨´ in generale, in tutto il nostro settore, le aziende dovranno gestire, mantenere e controllare i loro sistemi con una solida governance delle loro sedi adottando una prospettiva centrale. Quindi, la possibilit¨¤ di sostituire un thick client con un thin client, conservando o aumentando la funzionalit¨¤, ¨¨ un'ottima opportunit¨¤ perch¨¦ riduce la quantit¨¤ di gestione e di supporto necessari.
A che velocit¨¤ si muover¨¤ il settore in questa direzione? Questo ¨¨ da vedere. Per quanto riguarda il nostro team di IBM, ci sposteremo verso client web-based, quando possibile, ma dipender¨¤ in larga misura dal livello di funzionalit¨¤ disponibile all'interno del client web.
